Incontrò Cherie il giorno dopo,
sulle scale mentre scendeva. “Perché non vieni mai a casa mia?” gli chiese,
“Sono sempre stanco quando torno, scusa” ,”Non ti credo”, “No, è vero, te lo
giuro, sono stanco”, “Se ti invitassi di giorno verresti?”, “Vediamo, oggi devo
uscire, un’altra volta, vediamo”. Sceso giù, tolse la catena del motorino,
trascinò a piedi il motorino fino alla strada, alzo lo sguardo verso le
finestre del palazzo. “Bob! Ehi Bob!”, “Che vuoi?” chiese Bob affacciandosi
trafelato alla finestra. “Vieni, facciamo un giro”, “Sul serio?”, Johnny annuì.
Nemmeno un minuto dopo Bob era già seduto dietro al motorino, Johnny era pronto
per mettere in moto. “Attento che sei senza casco” lo mise in guardia, ma Bob
era già perso ad ascoltare il rumore dell’aria sulla sua pelle, sui capelli.
Passarono vicino alle solite case, poi uscirono dalla città, attraversarono i
quartieri di periferia, dove a grandi spiazzi d’erba si alternavano palazzi
decrepiti, qualche villa abbandonata, negozi sparsi qua e là.
“L’ultima volta che sono salito su
un motorino non andavo ancora all’università” fece Bob, “Perchè non ci sei
andato più?”, “Quella volta l’ho rotto, era di un amico che si è incazzato come
una belva, l’ha raccontato ai miei che mi hanno fatto un cuore così, mi sono
dimenticato dei motorini, solo treno e automobili, guidate da altri però”, “Ah,
allora fuggi le responsabilità” chiese Johnny, “Non dire boiate, guarda” Guarda
quella… che bomba”, “Non l’ho vista”, “Bravo bravo, pensa a guidare che alle
donne ci penso io”, “Va all’inferno Bob”. Erano ora nel nulla più totale, solo
caseggiati abbandonati, prati a perdita d’occhio. “Che periferie insignificanti”
fece Bob ,”dì un po’ Johnny” continuò “lavori ancora come cameriere in quel
localaccio…non so come si chiama”. “Mi sono licenziato già da una settimana, ho
raccattato qualche soldo, ma non ne potevo veramente più”, “Certo che tu sei
proprio strano: ti licenzi da cameriere e preferisci girare a portare le pizze
alla gente, bah”, “Tu non capisci Bob, a me piace girare, voglio vedere la
città di notte ,e poi posso vedere un sacco di gente, sono una specie di buona
novella, porto la cena al posto della salvezza, più o meno siamo lì. Io non
sono un fattorino qualunque, sono l’uomo delle pizze, mi capisci?”
“Devo mandarti al diavolo adesso o
preferisci dopo? Per te consegnare pizze ti eleva moralmente, ma fammi il
piacere; dovresti studiare, fare gli esami, prenderti un pezzo di carta,
visitare paesi, devi farti una cultura Johnny,come me, io sì che sono degno di
rispetto”
“Ora stai zitto che nella vita non
hai combinato molto, davvero, quindi non puoi parlare. Credi che io non potessi
studiare? Certo che potevo, andavo pure bene a scuola”. “D’accordo” rispose Bob
“io sono l’uomo del poteva fare di più ,ma tu? Perché hai smesso di studiare?”
“Niente di interessante Bob, mi
sono svegliato un giorno ed ho parlato con me stesso, mi sono accorto che non
sapevo fare nulla. E’ stato un momento davvero brutto Bob, credimi, però era
vero: non posso risolverti un’equazione, né scriverti una poesia né parlarti di
filosofia, non so aggiustare un rubinetto né cucinare, faccio fatica anche a
cambiare una lampadina, non so parlare con la gente, non posso essere un amico,
e nemmeno un nemico. Per me era inutile continuare, ma non sono arrabbiato. Io
non ho chiesto niente di tutto questo, è semplicemente quello che ho, e per me
essere qui è la cosa più importante. Tu invece, piuttosto che fare il cretino e
piangerti addosso, potevi farci qualcosa di più con una laurea in legge che
pulirtici il sedere, e poi la lasci appesa per un chiodo in quella fogna che ti
ritrovi come casa. Io forse sto peggio di te, e non mi lamento, e tu…vabbè
scusa Bob, sto dicendo cose senza senso, scusa, non volevo dire…”, “Hai ragione
Johnny, e comunque le ultime parole non le ho sentite, c’è troppo vento,
accelera adesso,voglio sentirmelo ancora più addosso”. Johnny accelerò, si
trovavano su uno stradone sterrato fuori dalla città,accanto a tubi di scarico
e ruscelli inquinati, in lontananza i profili delle fabbriche. “Questa sera
secondo me ti ricapita l’ordinazione dall’avvocato” disse Bob reggendosi alle
spalle di Johnny. “Speriamo di no, non vorrei ribeccarlo con quella sua amante,
prima o poi mi verrà voglia di dirlo alla moglie”, “Perché conosci la moglie”,
“No,dicevo per dire, e comunque una volta l’ho vista, era con lui in casa,
l’amante non c’era però”, “Ci mancherebbe Johnny”. “Ehi, aspetta Johnny,
aspetta! Ferma! Fermati qui, un attimo”, “Che c’è?”, “Fermati”. Bob scese dal
motorino, i suoi capelli erano tutti scompigliati dal vento, si fermò in mezzo
alla radura. “Ecco, guarda qui, deserto assoluto”, “Mi hai fatto fermare solo
per vedere l‘erba qui intorno?”, “Non ti piace, non ti affascina?”, Johnny
ristette, “Beh, forse un po’ ,si è bello ,ma che c’entra?”. “Dì un po’ Johnny,
se potessi andar via da qui dove andresti?” chiese Bob mentre camminava con il
viso verso l’orizzonte sperduto. “Non saprei, mio zio vive in Brasile, mi
scrive qualche volta, ci pensavo spesso ad andare da lui, poi ho scoperto che
una pizzeria ed allora ho preferito tenermi alla larga”. Bob era incredulo “Che
stai dicendo Johnny? Tuo zio vive in Brasile e tu non ci vai?”, “Se devo fare
il fattorino preferisco farlo qui!”, “Ma che c’entra Johnny, si tratta di
scappare via, e poi lo hai detto tu che ti piace consegnare le pizze”, “Non
saprei che fare in Brasile Bob, come faccio a presentarmi da lui improvvisamente!”
,Bob si allontanò ,”Mamma mia Johnny non posso più sentire queste teorie
dell’altro mondo, non riesco proprio a capirti, fossi al posto tuo raccatterei
tutti i fottuti soldi che ho per casa e fuggirei, capito? Fuggire! Andare via!”;
Bob si fermò a guardare l’orizzonte, Johnny lo osservava da lontano, appoggiato
al motorino: che avrebbe fatto in senza il suo motorino, in Brasile, da solo? Non
se l’era mai sentita, avrebbe perso per sempre la possibilità di vedere le
facce dei fedifraghi e dei figli di puttana a cui portava da mangiare; si,
forse c’erano anche in Brasile, ma gli piacevano di più quelli di casa sua, gli
sembravano più simpatici, più interessanti, e poi, non avrebbe più rivisto
Martha. Ci pensò solo allora, mentre si chinò a cogliere qualche filo d’erba
secca, e se li passo da una mano all’altra: pochi giorni erano passati da
quando l’aveva vista per la prima volta, eppure ne era attirato in un modo
diverso.
“Forse ci penserò Bob, prima però
dovrei sistemare alcune cose”, “Che cosa? Quella tizia a cui hai consegnato la
pizza? Oppure ti sei deciso a farti Cherie, e ti assicuro che lei ne sarebbe
felice, le sei simpatico”, “Basta idiozie Bob per favore”, “Non sono idiozie,
sono cose serie” ,”Guarda che ti lascio qui a piedi”, “D’accordo, sto zitto,
meglio ripartire, metti in moto”. Bob montò su, abbandonarono ben presto quella
desolata distesa. “Ti va di fermarti al bar, così sfottiamo un po’ la
cameriera”, “No, Bob, devo passare a mettere benzina, però ti posso lasciare lì
davanti” Bob annuì senza aggiungere altro.