sabato 4 maggio 2013

L'uomo della pizza V


Incontrò Cherie il giorno dopo, sulle scale mentre scendeva. “Perché non vieni mai a casa mia?” gli chiese, “Sono sempre stanco quando torno, scusa” ,”Non ti credo”, “No, è vero, te lo giuro, sono stanco”, “Se ti invitassi di giorno verresti?”, “Vediamo, oggi devo uscire, un’altra volta, vediamo”. Sceso giù, tolse la catena del motorino, trascinò a piedi il motorino fino alla strada, alzo lo sguardo verso le finestre del palazzo. “Bob! Ehi Bob!”, “Che vuoi?” chiese Bob affacciandosi trafelato alla finestra. “Vieni, facciamo un giro”, “Sul serio?”, Johnny annuì. Nemmeno un minuto dopo Bob era già seduto dietro al motorino, Johnny era pronto per mettere in moto. “Attento che sei senza casco” lo mise in guardia, ma Bob era già perso ad ascoltare il rumore dell’aria sulla sua pelle, sui capelli. Passarono vicino alle solite case, poi uscirono dalla città, attraversarono i quartieri di periferia, dove a grandi spiazzi d’erba si alternavano palazzi decrepiti, qualche villa abbandonata, negozi sparsi qua e là.
“L’ultima volta che sono salito su un motorino non andavo ancora all’università” fece Bob, “Perchè non ci sei andato più?”, “Quella volta l’ho rotto, era di un amico che si è incazzato come una belva, l’ha raccontato ai miei che mi hanno fatto un cuore così, mi sono dimenticato dei motorini, solo treno e automobili, guidate da altri però”, “Ah, allora fuggi le responsabilità” chiese Johnny, “Non dire boiate, guarda” Guarda quella… che bomba”, “Non l’ho vista”, “Bravo bravo, pensa a guidare che alle donne ci penso io”, “Va all’inferno Bob”. Erano ora nel nulla più totale, solo caseggiati abbandonati, prati a perdita d’occhio. “Che periferie insignificanti” fece Bob ,”dì un po’ Johnny” continuò “lavori ancora come cameriere in quel localaccio…non so come si chiama”. “Mi sono licenziato già da una settimana, ho raccattato qualche soldo, ma non ne potevo veramente più”, “Certo che tu sei proprio strano: ti licenzi da cameriere e preferisci girare a portare le pizze alla gente, bah”, “Tu non capisci Bob, a me piace girare, voglio vedere la città di notte ,e poi posso vedere un sacco di gente, sono una specie di buona novella, porto la cena al posto della salvezza, più o meno siamo lì. Io non sono un fattorino qualunque, sono l’uomo delle pizze, mi capisci?”
“Devo mandarti al diavolo adesso o preferisci dopo? Per te consegnare pizze ti eleva moralmente, ma fammi il piacere; dovresti studiare, fare gli esami, prenderti un pezzo di carta, visitare paesi, devi farti una cultura Johnny,come me, io sì che sono degno di rispetto”
“Ora stai zitto che nella vita non hai combinato molto, davvero, quindi non puoi parlare. Credi che io non potessi studiare? Certo che potevo, andavo pure bene a scuola”. “D’accordo” rispose Bob “io sono l’uomo del poteva fare di più ,ma tu? Perché hai smesso di studiare?”
“Niente di interessante Bob, mi sono svegliato un giorno ed ho parlato con me stesso, mi sono accorto che non sapevo fare nulla. E’ stato un momento davvero brutto Bob, credimi, però era vero: non posso risolverti un’equazione, né scriverti una poesia né parlarti di filosofia, non so aggiustare un rubinetto né cucinare, faccio fatica anche a cambiare una lampadina, non so parlare con la gente, non posso essere un amico, e nemmeno un nemico. Per me era inutile continuare, ma non sono arrabbiato. Io non ho chiesto niente di tutto questo, è semplicemente quello che ho, e per me essere qui è la cosa più importante. Tu invece, piuttosto che fare il cretino e piangerti addosso, potevi farci qualcosa di più con una laurea in legge che pulirtici il sedere, e poi la lasci appesa per un chiodo in quella fogna che ti ritrovi come casa. Io forse sto peggio di te, e non mi lamento, e tu…vabbè scusa Bob, sto dicendo cose senza senso, scusa, non volevo dire…”, “Hai ragione Johnny, e comunque le ultime parole non le ho sentite, c’è troppo vento, accelera adesso,voglio sentirmelo ancora più addosso”. Johnny accelerò, si trovavano su uno stradone sterrato fuori dalla città,accanto a tubi di scarico e ruscelli inquinati, in lontananza i profili delle fabbriche. “Questa sera secondo me ti ricapita l’ordinazione dall’avvocato” disse Bob reggendosi alle spalle di Johnny. “Speriamo di no, non vorrei ribeccarlo con quella sua amante, prima o poi mi verrà voglia di dirlo alla moglie”, “Perché conosci la moglie”, “No,dicevo per dire, e comunque una volta l’ho vista, era con lui in casa, l’amante non c’era però”, “Ci mancherebbe Johnny”. “Ehi, aspetta Johnny, aspetta! Ferma! Fermati qui, un attimo”, “Che c’è?”, “Fermati”. Bob scese dal motorino, i suoi capelli erano tutti scompigliati dal vento, si fermò in mezzo alla radura. “Ecco, guarda qui, deserto assoluto”, “Mi hai fatto fermare solo per vedere l‘erba qui intorno?”, “Non ti piace, non ti affascina?”, Johnny ristette, “Beh, forse un po’ ,si è bello ,ma che c’entra?”. “Dì un po’ Johnny, se potessi andar via da qui dove andresti?” chiese Bob mentre camminava con il viso verso l’orizzonte sperduto. “Non saprei, mio zio vive in Brasile, mi scrive qualche volta, ci pensavo spesso ad andare da lui, poi ho scoperto che una pizzeria ed allora ho preferito tenermi alla larga”. Bob era incredulo “Che stai dicendo Johnny? Tuo zio vive in Brasile e tu non ci vai?”, “Se devo fare il fattorino preferisco farlo qui!”, “Ma che c’entra Johnny, si tratta di scappare via, e poi lo hai detto tu che ti piace consegnare le pizze”, “Non saprei che fare in Brasile Bob, come faccio a presentarmi da lui improvvisamente!” ,Bob si allontanò ,”Mamma mia Johnny non posso più sentire queste teorie dell’altro mondo, non riesco proprio a capirti, fossi al posto tuo raccatterei tutti i fottuti soldi che ho per casa e fuggirei, capito? Fuggire! Andare via!”; Bob si fermò a guardare l’orizzonte, Johnny lo osservava da lontano, appoggiato al motorino: che avrebbe fatto in senza il suo motorino, in Brasile, da solo? Non se l’era mai sentita, avrebbe perso per sempre la possibilità di vedere le facce dei fedifraghi e dei figli di puttana a cui portava da mangiare; si, forse c’erano anche in Brasile, ma gli piacevano di più quelli di casa sua, gli sembravano più simpatici, più interessanti, e poi, non avrebbe più rivisto Martha. Ci pensò solo allora, mentre si chinò a cogliere qualche filo d’erba secca, e se li passo da una mano all’altra: pochi giorni erano passati da quando l’aveva vista per la prima volta, eppure ne era attirato in un modo diverso.
“Forse ci penserò Bob, prima però dovrei sistemare alcune cose”, “Che cosa? Quella tizia a cui hai consegnato la pizza? Oppure ti sei deciso a farti Cherie, e ti assicuro che lei ne sarebbe felice, le sei simpatico”, “Basta idiozie Bob per favore”, “Non sono idiozie, sono cose serie” ,”Guarda che ti lascio qui a piedi”, “D’accordo, sto zitto, meglio ripartire, metti in moto”. Bob montò su, abbandonarono ben presto quella desolata distesa. “Ti va di fermarti al bar, così sfottiamo un po’ la cameriera”, “No, Bob, devo passare a mettere benzina, però ti posso lasciare lì davanti” Bob annuì senza aggiungere altro.