sabato 28 luglio 2012

Poste italiane

Poste italiane




A volte ci si chiede come mai i paesi in cui la depressione colpisce maggiormente sono proprio quelli la cui qualità di vita è più alta e dove i servizi funzionano meglio. La risposta è semplice: uno svedese alla mattina si alza e deve spedire un pacco, o fare un'operazione in banca, o accompagnare il padre ad una visita medica. Il soggetto si presenta al luogo preposto per l'attività nell'orario del suo appuntamento, viene ricevuto, si svolge quel che deve essere svolto e la sua operazione è conclusa con successo. Esce per strada ed il traffico è regolare, le macchine sono rare e silenziose e per strada non c'è neanche il rischio di pestare una cacca. Guarda l'orologio e si accorge che è passata solo mezz'ora da quando è uscito di casa ed ha già finito di fare tutto. E' inevitabile allora mettersi a pensare alla caducità della vita, al capello bianco spuntato quella mattina, agli anni che volano via senza ritornare più.
Cambiamo coordinate: un modesto cittadino di Latina deve ritirare un buono ormai scaduto all'ufficio postale. La dinamica dell'operazione è in sé semplice, ma le variabili da considerare sono innumerevoli. Può per esempio accadere che il giorno prima quell'ufficio postale sia stato vittima di una rapina(bottino 800 euro) da parte un malfattore che è stato visto allontanarsi zoppicando dal luogo del misfatto con il tesoretto in una busta. Può quindi accadere che, a causa di stress post-rapina, i dipendenti dell'ufficio siano stati temporaneamente sostituiti da altri impiegati i quali, giustamente, non hanno la minima idea di dove siano andati a finire i fascicoli relativi a quel buono. Può poi accadere che, anche una volta recuperati i fascicoli, il buono non venga riconosciuto dal sistema informatico dell'ufficio. Sarà dunque necessario inoltrare via fax richiesta di autorizzazione ad emetterlo alle poste centrali, dove l'unico fax sarà magari nascosto dietro una colonna di scaffali ed il messaggio sarà quindi recuperato solo fortuitamente, dopo otto ore, da un impiegato che tentava di riprendersi una penna cadutagli proprio là dietro. Se poi, malauguratamente, anche il sistema delle poste centrali non riconoscerà il buono, sarà necessario rivolgersi a Roma. A Roma. Lo ripeto ancora una volta: a Roma. Inviare una qualsiasi richiesta alle poste centrali di Roma aspettandosi una risposta equivale ad inviare un chihuaha al fronte aspettandosi che ritorni.
Con un po' di fortuna, in due o tre mesi la risposta arriverà ed il buono potrà quindi essere ritirato. Ma in tutto questo tempo, se anche un uomo avesse dei gravi problemi familiari, sentimentali, di salute, avrà poco tempo per deprimersi, perché la sua attenzione sarà sempre monopolizzata dalle piccole necessità quotidiane. Così arriverà a sei mesi dopo accorgendosi che i suoi problemi non esistono più, o non sono degni di preoccupazione.  Certo, se i problemi di qualcuno sono davvero gravi, allora ci si deprime lo stesso, ma all'uomo medio generalmente non succede. Se la vita di tutti i giorni è una guerra, non c'è tempo da perdere in chiacchiere ed inutili pensieri, bisogni armarsi e partire.

Poi si scopre che in due anni il buono ha maturato quindici euro lordi di interessi, con una ritenuta fiscale di 1,57 €. Allora ci si deprime davvero...

domenica 22 luglio 2012

Giorno d'estate

Giorno d'estate


Ogni giorno, d'estate, mi chiedo se quello che vedo sia vero o se sia illusorio. Deve essere il riflesso del sole a sfumare i contorni  e ad appannare gli occhi. E lì, col caldo che fa grondare sudore e rende la maglietta pulita un'arma batterica, si gioca questa sfida fra il miraggio che vorresti e la realtà  che non puoi decidere. L'estate non ha bisogno di riempire i suoi giorni di significato. Il vuoto è abbastanza. Ci pensa il sole ad attirare la nostra attenzione, a distrarci, a far brillare la pellicola dell'acqua sul mare. Una mano gliela dà anche la televisione, programmando palinsesti che rivangano nel passato di programma più o meno amati, ma sempre di un tempo che non è più l'adesso. Ed in questo stanco e pacioso turbinio di sensazioni fisiche e non,  l'estate annulla i limiti del tempo, toglie senso alla domenica(che resiste solo per chi va a messa) ,rallenta le azioni. Deforma lo spazio: prova tu a correre per il campetto sotto casa alle quattro con quaranta gradi. Ti sembrerà una corsa infinita. Sopisce le emozioni: rende inutile e vago l'amore, rende meno triste la tristezza. E rende quasi piacevole la solitudine, perchè il caldo è tanto che quasi non hai più voglia di parlare. L'estate è il tempo  della mattinata passata a dormire, del mare al pomeriggio con qualche vecchia conoscenza, dei pensieri un po' cattivi e superbi verso chi ha appena finito la maturità e deve iniziare a fare chissà cosa. Perchè per loro adesso, come è stato per noi prima, l'ultima estate da studente di liceo cristallizzava e condensava il ricordo di cinque anni, belli o brutti che fossero, in quei pochi mesi, facendo l'università o il lavoro, o il futuro in generale, una cosa lontana e impossibile, talmente grande che era meglio non pensarci. Quando poi ce la siamo trovati di fronte, quella cosa, abbiamo scoperto che è infinitamente meno grande di quel che pensavamo, e anche infinitamente meno seria, e per questo, forse, più difficile, per chi è abituato a prendere sul serio quel che fa o quel che studia.
D'estate si muore, ma di una morte dolce, e lenta, lenta che non te ne accorgi e in fondo sei felice di lasciarti andare. Nei sogni o in un sorriso disegnato nel tremore dell'orizzonte dal sole che batte forte e non si ferma mai.

martedì 17 luglio 2012

Vola fantasia

Vola fantasia




Il post di oggi è più informativo che altro...non c'è molto da dire, a parte, forse, l'addio per l'estate di Biagio, il quale, dopo una corsa al fotofinish contro la media richiesta per la permanenza al collegio di merito, grazie ad un 30 , è riuscito per pochi decimi di punto ad agguantare la meritata riconferma. 
Per il resto ,il sottoscritto è tornato a casa, e ,avendo finito gli esami ma non la propensione per l'autolesionismo, si è portato dietro un mattone in inglese da finire, almeno questa è l'intenzione, per i primi di settembre. 
Allora a cosa serve questo post? Quasi a niente, se non a consigliarvi di visitare uno dei siti(ormai ce ne sono tanti) di fanfiction. E che sono? Facile: trattasi di fan di film, serie tv, fumetti, libri e cartoni animati che decidono di scrivere delle proprie storie usando come protagonisti i loro personaggi preferiti. Leggere queste storie, soprattutto se si è a conoscenza, e magari amanti, di una certa serie, è molto divertente, si può magari ritrovare scritto il finale che si era sempre desiderato, e che era stato disatteso dagli sceneggiatori ufficiali. E' ovvio che non tutte queste storie meritano allo stesso modo. E' infatti una dura verità il fatto che più la serie sia popolare più la qualità delle fanfiction tende a diminuire, con le dovute eccezioni. E' comunque sorprendente, per un lettore, trovare che alcuni fan hanno probabilmente una capacità creativa di gran lunga maggiore di quella dei creatori dei personaggi, ma non finisce qui. Alcuni coraggiosi si lanciano anche in fanfiction che hanno come protagonisti gli attori della loro serie preferita. Quindi, e già vi vedo smaniare, potrete trovare digressioni sentite sulla situazione sentimentale di Justin Bieber(ancora lui! Ma io non posso farci niente, già il solo fatto di tirarlo in ballo è divertente!) o sul prossimo matrimonio di quell'altro, o sul figlio segreto di quell'altra o quel che volete voi. In conclusione, vi consiglio di fare un giro in internet e cercarne qualcuna, di fanfiction...e poi una chicca speciale: c'è sempre una sezione dei siti di fanfiction con rating M, ovvero con storie contenenti allusioni erotiche più o meno esplicite. Ha un non so che di conturbante scoprire come ci sia questa sezione, e anche ben nutrita, nel capitolo delle Fanfiction sui personaggi Disney. e di cosa si parlerà mai? Beh, questo lo dovete scoprire da soli...

martedì 10 luglio 2012

Favole moderne

Favole moderne





L'ultimo post è stato il meno visto dal Pleistocene...in fondo me lo aspettavo ed è giusto così.
In compenso il post precedente ,quello sui vampiri, sta sfondando qualsiasi record di visualizzazioni...quindi che fare? Facile, parlare ancora dei vampiri!
Purtroppo questa settimana non ho molto materiale a disposizione, nel senso che non sono riuscito, nè in fondo ho voluto, a vedere il secondo episodio della magnifica saga...ciò non vuol dire però che io sia stato con le mani in mano. Ho trovato un magnifico contatto per vedere in streaming l'ultima fatica cinematografica della protagonista della saga suddetta, ovvero "Biancaneve e il cacciatore". E' stata un'avventura epica...a partire dal video, che era in pratica il video di un cellulare coraggiosamente ripreso da un tizio dentro ad un cinema. Era quindi facile vedere sagome di persone che passassero davanti allo schermo...una di loro si è anche fermata ad un tratto davanti al nostro eroe e sembrava stesse dicendogli qualcosa di molto  brutto. Per un momento ho avuto paura lo menassero, ma poi è andato tutto liscio e il tizio incazzoso è sparito. 
Per quello che ho potuto vedere del film, ed ovviamente secondo la mia modesta opinione, è moderatamente una cagata. Quello che lo rende però imperdibile è il fatto ,a dir poco eroico, che ,nonostante l'enorme differenza di genere, di trama, di approccio, di caratterizzazione, di regia, di atmosfera, l'espressione di quella dannata donna non accenni a cambiare un secondo. Ve lo giuro: è la stessa di "Twilight" e di, a questo punto devo immaginarlo, tutti gli altri film che abbia mai girato. Devo cominciare a pormi delle domande: o questa ragazza ha subito una presi facciale per cui dai dodici anni in poi la sua espressione facciale è rimasta immutata, oppure ha scelto un approccio alla recitazione molto particolare, certamente degno di nota. Non è infatti una cosa facile mantenere lo stesso sguardo in due film completamente diversi. E se in futuro le dovessero proporre di recitare in "Pippo e Pluto allegri pompieri"? Come farebbe? Non ci sono dubbi: l'espressione rimarrebbe la stessa. Questa donna meriterebbe un oscar per il suo lavoro. Non ho mai visto un'attrice capace di far quello che fa lei.

P.S: un amico mi ha raccontato che una volta ,a New York, è stato inopinatamente mandato a fanculo da Justin Bieber, che, abbassando il finestrino della limousine,gli ha fatto un gestaccio? Voi ci credete o era solo un modo per farsi pubblicità? Io, per quello che posso, ci credo. E Justin Bieber mi piace sempre di più. Non ho cuore di rovinare la mia opinione su di lui ascoltando una sua canzone...e quindi non lo farò.

domenica 1 luglio 2012

Corsi e ricorsi

Corsi e ricorsi




L'Italia ha perso: chissà che aveva scommesso Buffon su questa partita?

Ok, dopo questo inizio leggermente piccante e anche piuttosto spiacevole, passiamo al pezzo vero e proprio. In realtà sulla partita in sé non c'è molto da dire. Quello che in realtà vorrei raccontare è una storia di qualche anno fa, pochi a dire il vero, che mi è tornata alla mente proprio stasera,guardando la finale. Sarà una storia un po' di parte, lo ammetto ,quindi se vi stancherete di leggere lo posso capire, ma per una sera voglio concedermi un po' di faziosità. 
Avete visto i giocatori della Spagna? Avete visto quel centrocampo? Busquets, Xavi, Iniesta? E l'attacco? Pedro lo avete visto(è entrato a metà del secondo tempo)? E Piquè in difesa? Giocavano a fare i geometri in campo, erano bellissimi da vedere. Non sbagliavano mai. Erano perfetti. Sapete dove giocano tutti loro? Facile, al Barcellona. E se avete visto una partita del Barcellona(magari non di quest'anno, ma certamente dell'anno e anche prima) avrete capito da dove la Spagna, fin dall'europeo del 2008, ha imparato il suo modo di giocare. Schemi esattamente uguali, o molto simili. Sono stati imbattibili nel 2008, sono stati imbattibili nel 2010 e lo sono stati anche stasera. Per diversi anni sono parsi seguire una linea di imbattibilità parallela a quella del loro alter ego nella Liga Spagnola: il Barcellona. Quest'anno però il Barcellona l'ha persa la Liga. Allora non è impossibile batterli!  E contro chi hanno perso? Beh, contro l'unica altra squadra decente in Spagna al momento. Il Real Madrid. Ma, voi direte, a noi che cazzo ce ne frega adesso? In realtà c'entra perchè la storia che vorrei raccontarvi ha qualcosa in comune con il Real Madrid che ha battuto il Barcellona che gioca come la Spagna che ci ha asfaltato: l'allenatore. 

Un paio di anni fa era una bella squadra il Barcellona, anzi, era la squadra più forte del mondo. Aveva metà dei giocatori della Spagna di stasera, più Puyol, un certo Ibrahimovic e il mitico Messi. Erano arrivati in semifinale di Champions League battendo quattro a zero l'Arsenal nei quarti, giocando come ha giocato stasera la Spagna. Non perdevano mai. E in semifinale capitarono contro una squadra un po' sfigatella, che non vinceva quella coppa da quarantacinque anni, e che andavano tutti a dire da un po' di anni "in Europa non vinceranno mai". E dopo un quarto d'ora della semifinale di andata quella squadra sfigatella prese gol, proprio come l'Italia ha preso gol stasera, per una disattenzione difensiva. Frittata fatta, e coppa nel cesso. Stasera ho avuto l'impressione che dopo il primo gol la Spagna fosse praticamente certa di vincere la partita, come due anni fa ebbi l'impressione che il Barcellona, dopo quel gol, fosse certo di vincere la partita. 
Non fu proprio così. L'allenatore di quella squadra di sfigati dovette pensare: come facciamo a non far giocare 'sti spagnoli? Facile: basta convincerci che loro ci hanno sottovalutato e cercare di vendergli quella convinzione al prezzo più basso possibile. Anzi, regaliamogliela, e nel frattempo andiamogli addosso.
Pare funzionò: dopo qualche minuto gli sfigati pareggiarono, e da quel momento il grande Barcellona non giocò più. La partita finì 3 a 1, ma c'era ancora il ritorno, e con un due a zero pulito il Barcellona avrebbe passato il turno. Ora, stasera la Spagna ci ha messo nulla a farcene quattro. Cosa potevano essere due gol per quel Barcellona? E cosa potevano essere due gol dal momento che dopo un quarto d'ora gli sfigati si ritrovarono senza un giocatore, espulso per doppia ammonizione(meritata)? Era un gioco da ragazzi. Passaggi e contropassaggi, tic toc tic toc e prima o poi si segna. Oppure no? 
Quella sera non si segnò, o meglio, si segnò a cinque minuti dalla fine il primo gol, e non fu abbastanza. Gli sfigati erano uno in meno, e rimasero tutto il tempo a difendere, e l'allenatore continuava a dire ai suoi: lasciamogli credere di essere i migliori, noi rimaniamo dietro, e non facciamoli fiatare. Funzionò ancora. Gli sfigati con un uomo in meno fecero giocare a torello per un'ora e mezza il Barcellona. C'erano Xavi, Busquets, Pedro, Piquè...ma non fecero due gol, e furono eliminati.
Stasera che l'aria tirava male si è capito fin da subito, e lo ha capito benissimo Tiago Motta, che si è infortunato dopo un secondo dall'entrata in campo. Sarà che lui non gli spagnoli non riesce a giocare, perchè anche in quella semifinale di ritorno, fu lui a farsi espellere dopo un quarto d'ora, lasciando i suoi in dieci.  
Io sono un ammiratore di Prandelli, l'allenatore più signorile che abbiamo avuto dai tempi di Zoff, e spero che rimanga in nazionale. Credo sia stato tutto sommato un buon europeo, abbiamo vinto la doppia sfida(calcistica e politica) con la Germania(vediamo di trarne buoni frutti, soprattutto dalla seconda vittoria).
Alla fin fine, perchè vi ho raccontato questa storia? Che cosa può insegnare? Beh, anzitutto ci insegna che il gioco della Spagna è battibile ma che per batterlo l'Italia deve giocare da Italia(catenaccio, lanci lunghi e difesa ad oltranza sperando nei rigori) e non tentando di passarsi la palla. Ma soprattutto questa storia ci insegna che, nonostante tutto, Jose Mourinho è il più grande allenatore del mondo e, in Italia, ce lo abbiamo avuto solo noi!

P.S: Secondo me se, nell'intervallo fra il primo e il secondo tempo della partita di stasera, avessero fatto arrivare ai giocatori comunicazione dal ministero degli interni che l'intera squadra era coinvolta in indagini per scommesse clandestine e rischiavano tutti qualche anno di galera, avremmo fatto cinque gol in tre minuti e adesso staremmo a festeggiare. Pazienza, son cose della vita.

E sempre forza Inter!

Questo post riflette convinzioni squisitamente personali dell'autore, che possono quindi essere liberamente insultate, denigrate a piacimento da eventuali lettori e commentatori