giovedì 17 gennaio 2013

Il signor Domenica III


Fece una breve passeggiata, ma i suoi passi sembravano affondare nelle questioni irrisolte. Il cielo plumbeo della mattina pesava. Era in una giornata uggiosa come quelle che ascoltare jazz poteva davvero sembrare la soluzione a tutti i mali. Sbirciando fra i cortili dei caseggiati in periferia ,Berto non trovò altro che biciclette rotte, pozzanghere , tossici e ladruncoli che si spartivano un bottino di pochi euro. Gli sembrava di essere tornato ai tempi della sua infanzia, quando i poveri esistevano per davvero e si chiamavano persone. Sentiva allora un'inspiegabile attrazione per i ricordi. Ad un tratto vide, sul ciglio della strada ,alla fermata del bus in attesa che passasse, un gruppo di ragazze. Una di loro si voltò a guardarlo: vestiva un abito estivo, a fiori rossi e neri, aveva i capelli corvini e gli occhi socchiusi, ma tesi verso di lui. A Berto parve di conoscerla, si avvicinò veloce verso di lei, proprio mentre arrivava il bus. <<Scusa! Ci conosciamo?>> domandò a bruciapelo, quella lo guardò sorpresa, poi sorridendo fece <<Credo di no>>. Nella testa di Berto iniziarono a risuonare le note della sera prima e si sentì pieno di una forza aliena, <<Potremmo iniziare a conoscerci adesso>> esclamò smaliziato, poi aggiunse <<Dove ti posso trovare?>>. La ragazza si lasciò scappare un risolino, poi ,trattenendo a stento un sorriso sincero di affetto, disse <<Fa tu. Se vuoi cercarmi, mi troverai>>. La ragazza salì sul pullman ,Berto rimase senza fiato. Pensò di non aver capito bene le ultime parole di lei. Invece la aveva capite benissimo, erano le stesse parole che gli aveva detto il vecchio. Non poteva essere solamente un caso. Berto tremò, credette di essere innamorato di quella ragazza, ripensando al suo viso incorniciato dai lunghi soffici capelli neri. Gerico, la risposta era lì.  Dopo quasi un'ora di sterile cammino, Berto tornò a casa, si precipitò in camera da letto e prese la cornetta del telefono, fece il numero di casa di Stanley. <<Devo andare a Gerico>>. Quando Stanley sentì l'amico pronunciare quella frase scoppiò in una fantastica risata, <<Ma senti questo! Vuoi fare l'archeologo?>>, <<Stammi a sentire amico>> rispose serio Berto e con voce nervosa, <<Stamattina ho visto il vecchio>>, <<Che vecchio?>>, <<Il Signor Domenica>>, <<Quello là? E dove l'hai incontrato?>>, <<Sotto casa mia>>, <<Che ci faceva lì?>>, <<Non lo so. Mi ha detto di cercarlo a Gerico o a La Paz e che lo vorrò cercare lo troverò. E sai un'altra cosa? Stamattina mentre cercavo di attaccare bottone con una tipa, anche quella mi ha detto che se vorrò cercarla la troverò! Ti sembra normale?>>. Stanley disse a Berto di calmarsi, poi si prese un attimo di tempo per riflettere. <<Quel tipo ha parlato di Gerico?>>,<<Sì>> rispose Berto, <<Guarda>> fece Stanley, <<Io non voglio convincerti di niente, ma quell'uomo, lo hai visto anche tu, non è del tutto normale. Questi musicisti sono sempre un po' pazzi. Non devi farti affascinare troppo da lui>>, passò un secondo di silenzio, <<E della ragazza? Che ne dici?>> chiese Berto, Stanley, dall'altro capo del telefono, si grattava la fronte e strabuzzava gli occhi, non sapendo più cosa pensare. <<Non dici niente? Allora mi dai ragione anche tu! Quell'uomo mi vuole dire qualcosa! E credo che abbia a che fare con quella tipa!><, <<Non correre Berto>> interruppe Stanley <<Non farti troppi film in testa! Aspetta e riposati. Vuoi che ci vediamo?>>, <<No, Stanley, voglio solamente che tu mi dica cosa ne pensi di quella frase su Gerico>>, <<Gerico...Gerico...mi ricorda qualcosa...aspetta un attimo>> fece Stanley e poi corse in salotto a raccattare, buttato sopra un tavolino, l'elenco telefonico della città. Sfogliava una pagina dopo l'altra, ad un tratto trovò quel che cercava. Riprese in mano la cornetta, <<Berto? Ci sei?>>, <<Sì>>, <<Gerico non è la città , è un locale fuori città! E' il nome di un locale>>, Berto sprofondò nel letto, fissando il soffitto bianco della sua camera da letto, <<Questo spiega un po' di cose>> disse poi, <<Comunque dobbiamo andarci Stanley. Può darsi che il vecchio abbia un concerto da fare lì>>, <<Probabilmente>> rispose Stanley e aggiunse <<Quando ci andiamo?>>, <<Sabato prossimo>> disse Berto sicuro, <<Ne sei certo?>>, <<Assolutamente>>. La loro conversazione finì lì e Berto riprese a sognare di quella ragazza. Era convinto che al Gerico, a quel locale, l'avrebbe trovata, magari dispersa fra la platea di ascoltatori incantati dalle note della tromba magica. Il suo sguardo tornò a posarsi sulla foto con suo padre. Berto era sempre stato fiero di lui, eroe di guerra, inviato sul fronte africano, poi richiamato in patria per fronteggiare lo sbarco del nemico nel '43. Berto dedicò un saluto affettuoso al suo compianto papà, poi scese in cucina a prepararsi qualcosa da mangiare.

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