Fece una breve
passeggiata, ma i suoi passi sembravano affondare nelle questioni irrisolte. Il
cielo plumbeo della mattina pesava. Era in una giornata uggiosa come quelle che
ascoltare jazz poteva davvero sembrare la soluzione a tutti i mali. Sbirciando
fra i cortili dei caseggiati in periferia ,Berto non trovò altro che biciclette
rotte, pozzanghere , tossici e ladruncoli che si spartivano un bottino di pochi
euro. Gli sembrava di essere tornato ai tempi della sua infanzia, quando i
poveri esistevano per davvero e si chiamavano persone. Sentiva allora
un'inspiegabile attrazione per i ricordi. Ad un tratto vide, sul ciglio della
strada ,alla fermata del bus in attesa che passasse, un gruppo di ragazze. Una
di loro si voltò a guardarlo: vestiva un abito estivo, a fiori rossi e neri,
aveva i capelli corvini e gli occhi socchiusi, ma tesi verso di lui. A Berto parve
di conoscerla, si avvicinò veloce verso di lei, proprio mentre arrivava il bus.
<<Scusa! Ci conosciamo?>> domandò a bruciapelo, quella lo guardò
sorpresa, poi sorridendo fece <<Credo di no>>. Nella testa di Berto
iniziarono a risuonare le note della sera prima e si sentì pieno di una forza
aliena, <<Potremmo iniziare a conoscerci adesso>> esclamò
smaliziato, poi aggiunse <<Dove ti posso trovare?>>. La ragazza si
lasciò scappare un risolino, poi ,trattenendo a stento un sorriso sincero di
affetto, disse <<Fa tu. Se vuoi cercarmi, mi troverai>>. La ragazza
salì sul pullman ,Berto rimase senza fiato. Pensò di non aver capito bene le
ultime parole di lei. Invece la aveva capite benissimo, erano le stesse parole
che gli aveva detto il vecchio. Non poteva essere solamente un caso. Berto
tremò, credette di essere innamorato di quella ragazza, ripensando al suo viso
incorniciato dai lunghi soffici capelli neri. Gerico, la risposta era lì. Dopo quasi un'ora di sterile cammino, Berto
tornò a casa, si precipitò in camera da letto e prese la cornetta del telefono,
fece il numero di casa di Stanley. <<Devo andare a Gerico>>. Quando
Stanley sentì l'amico pronunciare quella frase scoppiò in una fantastica
risata, <<Ma senti questo! Vuoi fare l'archeologo?>>,
<<Stammi a sentire amico>> rispose serio Berto e con voce nervosa,
<<Stamattina ho visto il vecchio>>, <<Che vecchio?>>,
<<Il Signor Domenica>>, <<Quello là? E dove l'hai
incontrato?>>, <<Sotto casa mia>>, <<Che ci faceva
lì?>>, <<Non lo so. Mi ha detto di cercarlo a Gerico o a La Paz e
che lo vorrò cercare lo troverò. E sai un'altra cosa? Stamattina mentre cercavo
di attaccare bottone con una tipa, anche quella mi ha detto che se vorrò
cercarla la troverò! Ti sembra normale?>>. Stanley disse a Berto di
calmarsi, poi si prese un attimo di tempo per riflettere. <<Quel tipo ha
parlato di Gerico?>>,<<Sì>> rispose Berto,
<<Guarda>> fece Stanley, <<Io non voglio convincerti di
niente, ma quell'uomo, lo hai visto anche tu, non è del tutto normale. Questi
musicisti sono sempre un po' pazzi. Non devi farti affascinare troppo da
lui>>, passò un secondo di silenzio, <<E della ragazza? Che ne
dici?>> chiese Berto, Stanley, dall'altro capo del telefono, si grattava
la fronte e strabuzzava gli occhi, non sapendo più cosa pensare. <<Non
dici niente? Allora mi dai ragione anche tu! Quell'uomo mi vuole dire qualcosa!
E credo che abbia a che fare con quella tipa!><, <<Non correre
Berto>> interruppe Stanley <<Non farti troppi film in testa!
Aspetta e riposati. Vuoi che ci vediamo?>>, <<No, Stanley, voglio
solamente che tu mi dica cosa ne pensi di quella frase su Gerico>>,
<<Gerico...Gerico...mi ricorda qualcosa...aspetta un attimo>> fece
Stanley e poi corse in salotto a raccattare, buttato sopra un tavolino,
l'elenco telefonico della città. Sfogliava una pagina dopo l'altra, ad un
tratto trovò quel che cercava. Riprese in mano la cornetta, <<Berto? Ci
sei?>>, <<Sì>>, <<Gerico non è la città , è un locale
fuori città! E' il nome di un locale>>, Berto sprofondò nel letto,
fissando il soffitto bianco della sua camera da letto, <<Questo spiega un
po' di cose>> disse poi, <<Comunque dobbiamo andarci Stanley. Può
darsi che il vecchio abbia un concerto da fare lì>>,
<<Probabilmente>> rispose Stanley e aggiunse <<Quando ci
andiamo?>>, <<Sabato prossimo>> disse Berto sicuro,
<<Ne sei certo?>>, <<Assolutamente>>. La loro
conversazione finì lì e Berto riprese a sognare di quella ragazza. Era convinto
che al Gerico, a quel locale, l'avrebbe trovata, magari dispersa fra la platea
di ascoltatori incantati dalle note della tromba magica. Il suo sguardo tornò a
posarsi sulla foto con suo padre. Berto era sempre stato fiero di lui, eroe di
guerra, inviato sul fronte africano, poi richiamato in patria per fronteggiare
lo sbarco del nemico nel '43. Berto dedicò un saluto affettuoso al suo
compianto papà, poi scese in cucina a prepararsi qualcosa da mangiare.
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