Luna tornò
accompagnata dal suo solito sorriso. Berto la incontrò all'ora di pranzo,
quando staccava dal lavoro per un po'. Mangiarono insieme ,parlarono poco. Preferivano
scrutare l'uno gli occhi dell'altra. Luna volle regalare a Berto un fiore da
portare con sè in ufficio. Il mercoledì fecero l'amore. Non che fosse una cosa
tardiva ma Berto avrebbe voluto farlo molto prima, già il lunedì era pronto ma
Luna non volle rimanere la sera a casa sua. Quel giorno invece restò, dopo
cena, con la scusa di guardare un po' di televisione insieme. Berto si accorse
per la prima volta che Luna non aveva il benchè minimo accento straniero, a
differenza del padre. <<Sei sempre vissuta in Italia?>> le chiese
coccolandola, <<Sì>> rispose lei, <<E con tuo padre come
facevi? Vivevi insieme a tua madre?>>, <<No>> fece lei
scuotendo la testa <<Mia madre è morta quando ero piccola. Io mi sono
arrangiata da sola>>, <<Ma eri una bambina, come hai fatto a vivere
da sola?>> chiese Berto sconcertato, <<Ce l'ho fatta. E' questo che
adesso importa. Ora non pensare a queste cose>> ribattè lei baciandolo
dolcemente e lui si lasciò andare nelle sue braccia. Il dubbio rimase perchè
non si poteva togliere, ma Berto ormai ci aveva fatto il callo alle stranezze
di tutto ciò che ruotava attorno al Signor Domenica. In un certo senso però
Berto avrebbe voluto per Luna una vita diversa, avrebbe voluto farla diventare
indipendente, avrebbe voluto portarla lontano dal padre che era venuto lì per
stare con lei. Berto temeva il vecchio e non poteva farci niente.
La mattina dopo
Berto e Luna si svegliarono insieme nello stesso letto e rimasero abbracciati
finché lui non dovette andare al lavoro. Luna se ne andò correndo per la strada
soleggiata del primo mattino, incontro all'autobus che doveva prendere al volo.
Berto la vide scorrere davanti a sè e gli sembrò quasi il fotogramma di un
vecchio film in bianco, con in sottofondo una dolce tromba ad accompagnare la partenza
dell'amata. Sentì un soffio al cuore, per un attimo gli mancò il respiro, poi
si riprese, ma quel giorno lo passò inquieto. Si chiedeva se il filo che lo
legava a quella donna fosse in suo potere di rinforzarlo, di filarlo ancora,
oppure se dipendesse da qualcun altro, dal maledetto jazzista, che poteva
decidere di tagliarlo a suo piacimento. Quel vecchio non gli aveva fatto nulla
di male, anzi, gli aveva consegnato nelle braccia la figlia, eppure permaneva
nella sua mente un dubbio che difficilmente se ne sarebbe andato. Tornando a
casa la sera non dimenticava mai di salutare la foto di suo padre che, non ci
aveva mai pensato prima, se fosse stato ancora vivo avrebbe avuto più o meno la
stessa età del Signor Domenica.
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