domenica 24 marzo 2013

Lo sciopero bianco


Lo sciopero bianco


Dopo aver messo da parte l'idea di scrivere un post sulla situazione politica attuale(lo stanno facendo già in troppi in giro e ripeterei solo cose già dette) ho comunque deciso, dopo tanto tempo, di scrivere un post vero e proprio. In questo caso si tratterà di un concentrato di inutili casualità buttate come mi vengono in mente. Del tipo "non mi piace l'abbacchio anche se a Pasqua è tradizione" e così via. Ad esempio, ho qualche giorno fa appreso una notizia che un signore di Teramo ha pagato una multa , da lui ritenuta ingiusta, di 110 con 2200 monete da cinque centesimi. "La vendetta delle monetine" titolava il giornale. Ecco, queste sono piccole azioni quotidiane che riescono sempre a stupire per la fantasia degli esseri umani. Non m'interessa sapere se le ragioni del signore fossero giuste o sbagliate. Egli è comunque un genio. Egli ha combattuto il sistema con le sue stesse armi. Non ha disatteso le regole, anzi, le ha rispettate alla perfezione, scegliendo tuttavia la modalità più sadica. Se i sindacati facessero come lui invece di fare scioperi di 8 ore puramente dimostrativi, credo che otterrebbero molti più successi. Pensate, invece di non andare al lavoro, un giorno tutti gli impiegati di un bell'ufficio decidono di rispettare il regolamento nella sua applicazione più ottusa, letterale, puntigliosa. Un minuto dopo i tassi di suicidio salirebbero alle stelle. 
E' solo una riflessione, ma è una riflessione che serve, secondo la mia opinione, a capire una cosa. Quel che non ci piace si può cambiare, e questo è un fatto. Ci sono diversi modi per cambiarlo. C'è il vecchio metodo giacobino, ovvero impugnare le armi e tagliare qualche testa. Qualcuno lo ritiene antidemocratico tuttavia. C'è poi un altro modo, ed è quello di infiltrarsi nel sistema e avvelenarlo dall'interno, oppure costringerlo a cambiare. E' il metodo più difficile, perchè si basa essenzialmente sul compromesso, sul rispetto di regole che vorremmo cambiare. Forse però è anche il metodo migliore. Lascia le teste al loro posto e ,magari più lentamente ma certamente con maggiore ponderazione, porta ai risultati voluti. Ha un difetto: chi s'infiltra nel sistema per cambiarlo dovrebbe conoscerlo a menadito il sistema, altrimenti rischia di finire male. Ma studiare il sistema è noioso, bisogna mettercisi d'impegno, ed è più facile sbraitare o andare appresso a qualcuno che sbraita. Protestare, protestare, protestare. Ma la dura verità dice che la protesta, se è pacifica, serve a poco o niente. La protesta deve mettere paura, e se non mette paura è vuota. Quindi, se di fare rivoluzioni non ha più voglia nessuno, forse sarebbe meglio accettare qualche compromesso, perchè è nel compromesso che a volte si dimostra il proprio valore e la propria sincerità d'animo.


Oh, cavolo! Avevo detto che non avrei fatto un post sulla situazione politica e invece...vabbè, per questa volta perdonatemi.

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