domenica 26 agosto 2012

Anni ruggenti

Anni ruggenti



Aggiornare un blog a distanza di un solo giorno è(forse) ammirevole. Farlo con quaranta gradi all'ombra(e visto che la casa è all'ombra, con quaranta gradi in casa) è lodevole. Farlo dopo aver mangiato alici fritte e sugo con le cozze è eroico. Me la sto tirando parecchio, e lo faccio per nascondere la paura di non sapere cosa dire. E' un periodo povero di spunti, forse la cosa più interessante che ho fatto e che mi sento di condividere sul web è che ho iniziato una full immersion nel regno delle sit-com anni '80. E' avvenuto tutto per caso, quando ho scoperto che su una rete televisiva propongono, di tanto in tanto, delle maratone di una sit-com in particolare, con quelle belle famiglie tutte di neri. Ho guardato un episodio solo, ma mi è rimasto impresso che il protagonista fosse doppiato da Ferruccio Amendola(lo stesso che faceva Al Pacino nel "Padrino"). Ritrovare quella voce nella bocca di uno degli uomini immagine dell'America buoncostume di trent'anni mi ha fatto un po' di tristezza, così ho spento. 
E' un'esperienza tornare indietro nel tempo attraverso queste simpatiche storielle che si propinavano al pubblico attraverso decine(perchè sono davvero decine, terrificante) di sit-com, la maggior parte delle quali, se posso permettermi, non fa nemmeno tanto ridere, e non credo che facesse ridere trent'anni fa, considerando che negli stessi anni già bazzicavano, da noi, Benigni e Troisi e, da loro, Eddie Murphy e John Belushi. In ogni caso, si scoprono cose interessanti: si scopre per esempio che era usuale che personaggi di una certa rilevanza del mondo dello sport, della politica e via dicendo, facessero delle comparsate nelle suddette serie televisive, il più delle volte per ripetere slogan un po' moralisti tipo "La droga uccide" o "Il fumo provoca il cancro" o "L'importante è partecipare". Si scopre poi, con una certa inquietudine, che la stessa America di quelle sit-com era l'America in cui cominciavano a venir fuori quegli squali della finanza che oggi, in mezzo a questa crisi, ci fa tanto piacere ricordare(mai visto "Wall Street" con Michael Douglas?); si scopre ancora, immergendosi nelle capacità tecnico recitative dei protagonisti, che la morte per crocefissione è un'esperienza tutto sommato sopportabile in confronto ad un paio di puntate il cui tema centrale è la scoperta del piacere dell'onestà da parte del piccolo della famiglia.
Non ho nient'altro da dire, a parte il fatto che, almeno nel cinquanta per cento dei casi, l'attore che interpretava il/la piccolo/a di famiglia è oggi morto per overdose dopo essere stato arrestato almeno due o tre volte per reati vari.
Simpatica la vita, vero? 

Nessun commento:

Posta un commento