giovedì 18 aprile 2013

L'uomo della pizza, II


Si erano fatte le nove, Johnny era in perfetto orario, aveva una sola consegna da fare per quella sera, dopo di che poteva tornarsene a casa. Salì contento sul motorino ,controllò che il baule delle pizze fosse bene fissato, lasciò il condominio. Prossima consegna, nome: Damber, abita qui vicino, che fortuna! Due minuti ed era arrivato, di fronte a lui un palazzo altissimo e maleodorante, gli scarichi delle fogne proprio sulla strada, le serrande alle finestre tutte rotte o comunque scassate. Cercava il citofono: “Damber, Damber, qui non c’è”. Solo caselle vuote ,nessun nome, in quel palazzo sconosciuti. Premette un tasto a caso,si fece aprire, in mano aveva una pizza semplice, senza mozzarella, solo pomodoro, non bruciava più neanche tanto. Speriamo non si arrabbi troppo per la pizza fredda, pensava Johnny. Come al solito ascensore rotto, e voci e chiasso da tutte le parti, la luce accesa produceva un calore incredibile, le lampadine penzolanti dal soffitto dei corridoi. Lesse i nomi di tutte le porte, prima di trovare quello giusto, al nono piano, Damber, Martha. “Pizza!” disse bussando alla porta, poco dopo gli aprì una bambina dai capelli castani chiari, pettinati in due trecce ai lati della testa. “Eccomi, eccomi, scusate” sopraggiunse la madre, lunghi capelli neri, maglietta e jeans, occhi vispi e pelle quasi scura. Bella, davvero. Johnny prese i soliti sette soldi e cinquanta, salutò con un sorriso sincero la bambina, e vide la porta chiudersi di fronte a lui. Iniziava la strada per il ritorno a casa e, come al solito, Johnny ripensava alle facce che aveva visto quella sera: il traditore, il puttaniere, la ragazza madre, oddio, già adulta ma ancora giovane. Sicuramente, rifletteva dispiacendosi, si erano già dimenticati di lui, dell’uomo delle pizze. Lui violava il segreto delle loro case, ogni sera entrava nelle loro dimore, ma un solo passo, poi subito via, un perfetto sconosciuto, invisibile, che ronzava col suo motorino ed offriva il suo corpo alla città per tre ore, dalle otto alle undici, quando andava male, altrimenti alle nove e mezza già era sparito. Quella sera di metà settembre se la prese comoda, osservo le prostitute riempire le strade, le trovò tutte carine, ne rimase ossessionato come ogni sera. Aveva un problema Johnny: a volte non si riusciva a dimenticare la gente. 

Nessun commento:

Posta un commento