Voto di scambio
Con tre voti si possono fare un sacco di cose: si può
salvare un governo, si può consacrare la propria vita ad una divinità e si può
aumentare non indifferentemente il proprio punteggio d’esame. Potrei parlare
del terzo ed ultimo caso, ma si tratta d’università, e c’è Biagio l’Orientale(http://biagiolorientale.blogspot.com/
ve lo ricordo a costo di essere noioso che parla di queste cose molto meglio
di me. Potrei allora parlare della seconda ipotesi, ma non ho mai fatto né voto
di povertà, né di castità, né di obbedienza(forse però uno me lo affibbieranno
ad honorem fra qualche anno). Non resta
scelta: toccherà parlare di politica, ma per evitare torbide rivelazioni e per
non fare nomi scottanti, parlerò del luogo ove la politica di oggi nasce,
fiorisce, dell’humus nel quale si formano gli Scilipoti di domani: i Licei, ove
ogni anno è appuntamento irrinunciabile l’elezione dei rappresentanti d’istituto.
Sono stato, nel mio Liceo, rappresentante di classe per ben tre anni, di cui
due consecutivi. Non ho però mai voluto tentare l’assalto alla rappresentanza d’istituto.
Non avrei avuto speranze. Il primo anno il tizio che venne eletto si fece
issare da due sgherri a mo’ di lettiga umana, agitando verso la folla le mani
in cui stringeva due foglie di Maria. La sua prima, e unica, azione di quell’anno,
fu di proclamare uno sciopero selvaggio finché la dirigenza non avesse fatto
disinfestare la scuola piena di topi. Ci fu un picchetto, volarono parole
grosse, tipo “Pantegane” , “Zoccole”. Qualcuno asserì di aver visto quelle
orride creature divorare un anziano bidello, qualcun altro prese parola durante
l’assemblea d’istituto, mostrando orgoglioso una ferita sul mignolo, narrando
le proprie gesta a mani nude contro un ratto delle fogne. Quando scoprirono che
gli unici abitanti degli scantinati erano dei peluche a forma di topo
posizionati all’uopo dal sopraddetto rappresentante, il tizio ferito si
giustificò sostenendo che i dentini di plastica del pupazzo erano ben
taglienti. Molti furono sospesi, altri dovettero fare mea culpa di fronte al
preside. Dell’anziano bidello non si seppe più nulla. Qualcuno dice di averlo
visto aggirarsi per il laboratorio di fisica con una lunga coda e con la pelle
irsuta. Quell’anno andò così, ma il successivo la scena fu tutta dei “Quattro
dell’Ave Maria”, una sorta di lista teodem con soli quattro candidati, che
riuscì nell’impresa di raccogliere quattro voti(o forse cinque, non ricordo).
Avevano buone speranze di vincere, ma ad un certo punto si misero in testa di
proporre al preside una nuova disposizione delle aule. Il preside disse che li
avrebbe accontentati, e loro diramarono un comunicato in pergamena con foglia d’oro
il cui contenuto potrebbero essere riassunto con un “Chi vola vale, chi vale
vola, chi non vola è un vile”. Il giorno dopo il Collegio docenti bocciò in
tronco la loro proposta. Vedi, caro Biagio, nella politica non è importante la
logica, è importante, per esempio, la pubblicità. E’ importante soprattutto non
fidarsi. Te lo dico perché ,credo, tu a volte di fidi troppo di quello che
dicono le persone autorevoli. Quel preside era una persona autorevole, come gli
scienziati che scrivono gli articoli che leggi. Mai credere troppo a quello che
ti dicono.
Sono perfettamente cosciente che questo post non ha né un capo né una
coda, ma è ora di pranzo, perdonatemi. La prossima volta inizierò con una
citazione di Fabio Volo,di quelle che postano su facebook ogni secondo abbinate
ad una immagine del sole calante. Biagio,
un giorno anche la tua scienza sarà ridotta così. E al posto di Fabio Volo ci
sarai tu.
Sono cattivo, vero? Però è divertente. Non prendetemi troppo sul
serio, semmai lo aveste incautamente fatto.
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