Imprevisti fuori porta
Programmare una gita è di per sé un azzardo; programmarla ad
un posto distante mezz’ora di treno è una coglionata, programmarla per dieci e
ritrovarsi in tre è un segno del destino; andarci, nonostante tutto, è un atto
di coraggio; andarci alle sette del mattino è un atto di qualcos’altro. Sta di
fatto che siamo finiti a Bolzano. Biagio l’Originale non c’era, tornava quel
giorno da casa(non sarebbe comunque venuto, adducendo di dover provare ad
installare Pokemon Giallo sul computer). Ci sarebbe piaciuta la sua compagnia.
Bolzano è ,in un certo senso, la città adatta a lui. La prima cosa che
colpisce,oltre all’assordante silenzio di una città che di domenica non si
popola prima di mezzogiorno(praticamente l’ora in cui ce ne dovevamo andare) è
la denominazione delle vie. Perché perder tempo ad intitolare a oscuri
personaggi ogni singolo vicolo? Cosa c’è in quel vicolo, una banca? Allora sarà
“Via della Banca”, quella è la strada per andare al museo? Certo, si chiama
“Via del museo”. E come si chiamerà mai la via principale, attorniata da
deliziosi portici? Ve lo lascio indovinare. L’unico dubbio c’era venuto
riguardo ad una lunga strada che costeggiava il fiume, denominata ,senza
apparente motivo “Via Castel Roncolo”. Pareva troppo strano, e infatti abbiamo
poco dopo scoperto che quella via porta unicamente, UNICAMENTE, al Castel
Roncolo. Riguardo a tale Castello gli autoctoni ci hanno poi invischiato in una
disputa metrica interessante, dal momento che al sentir parlare di “Castel
Roncòlo”, s ingruniscono dubbiosi, mentre a “Castel Ròncolo” esplodono
<<Ah, Castel Ròncolo, ma potevate dirlo prima no? Certo che so
dov’è>>. Non sono strani, sono semplicemente precisi. D’altra parte i
nomi propri sono fatti per esse precisi. Chi ci dice che nell’arco di una
decina di chilometri quadri non potessero esistere altri cinque castelli di
nome Roncolo, ma ognuno con un’accentazione diversa? Biagio, perché non sei
venuto? Questa è la città che fa per te! Ci sono anche le immancabili cameriere
bionde e ingrifate(sono le nuove SS: il testimone è passato a loro). Se ti
chiedono se sei pronto per ordinare e tu dici di sì pensando di poter iniziare
a scegliere in quel momento, sbagli di grosso. Ti hanno portato il menù quando
ti sei seduto? Cosa ci hai fatto, gli aeroplanini? La carta igienica? Lo dovevi
leggere! Per evitare di scadere nel luogo comune più classico quando si parla
di gente germanica, mi appresto ad elogiare l’assoluta disponibilità della
gente a spiegarti la strada( però a spiegartela in tedesco) soprattutto quando
lui ti chiede, per esigenze linguistiche, se conosci l’inglese, e tu deciso
rispondi “Sì, certamente” ,anche con un accento vagamente romanesco. Succedono
cose strane quando si va in gita, lo dico a chi doveva venire e non è venuto:
cosa vi siete persi! La prossima volta che ci andate chiamatemi: un altro
impegno, a fatica, lo troverò.
P.S: La gita è stata ovviamente molto piacevole. Un grazie a chi era presente quel giorno.
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