giovedì 29 marzo 2012

Imprevisti fuori porta


Imprevisti fuori porta

Programmare una gita è di per sé un azzardo; programmarla ad un posto distante mezz’ora di treno è una coglionata, programmarla per dieci e ritrovarsi in tre è un segno del destino; andarci, nonostante tutto, è un atto di coraggio; andarci alle sette del mattino è un atto di qualcos’altro. Sta di fatto che siamo finiti a Bolzano. Biagio l’Originale non c’era, tornava quel giorno da casa(non sarebbe comunque venuto, adducendo di dover provare ad installare Pokemon Giallo sul computer). Ci sarebbe piaciuta la sua compagnia. Bolzano è ,in un certo senso, la città adatta a lui. La prima cosa che colpisce,oltre all’assordante silenzio di una città che di domenica non si popola prima di mezzogiorno(praticamente l’ora in cui ce ne dovevamo andare) è la denominazione delle vie. Perché perder tempo ad intitolare a oscuri personaggi ogni singolo vicolo? Cosa c’è in quel vicolo, una banca? Allora sarà “Via della Banca”, quella è la strada per andare al museo? Certo, si chiama “Via del museo”. E come si chiamerà mai la via principale, attorniata da deliziosi portici? Ve lo lascio indovinare. L’unico dubbio c’era venuto riguardo ad una lunga strada che costeggiava il fiume, denominata ,senza apparente motivo “Via Castel Roncolo”. Pareva troppo strano, e infatti abbiamo poco dopo scoperto che quella via porta unicamente, UNICAMENTE, al Castel Roncolo. Riguardo a tale Castello gli autoctoni ci hanno poi invischiato in una disputa metrica interessante, dal momento che al sentir parlare di “Castel Roncòlo”, s ingruniscono dubbiosi, mentre a “Castel Ròncolo” esplodono <<Ah, Castel Ròncolo, ma potevate dirlo prima no? Certo che so dov’è>>. Non sono strani, sono semplicemente precisi. D’altra parte i nomi propri sono fatti per esse precisi. Chi ci dice che nell’arco di una decina di chilometri quadri non potessero esistere altri cinque castelli di nome Roncolo, ma ognuno con un’accentazione diversa? Biagio, perché non sei venuto? Questa è la città che fa per te! Ci sono anche le immancabili cameriere bionde e ingrifate(sono le nuove SS: il testimone è passato a loro). Se ti chiedono se sei pronto per ordinare e tu dici di sì pensando di poter iniziare a scegliere in quel momento, sbagli di grosso. Ti hanno portato il menù quando ti sei seduto? Cosa ci hai fatto, gli aeroplanini? La carta igienica? Lo dovevi leggere! Per evitare di scadere nel luogo comune più classico quando si parla di gente germanica, mi appresto ad elogiare l’assoluta disponibilità della gente a spiegarti la strada( però a spiegartela in tedesco) soprattutto quando lui ti chiede, per esigenze linguistiche, se conosci l’inglese, e tu deciso rispondi “Sì, certamente” ,anche con un accento vagamente romanesco. Succedono cose strane quando si va in gita, lo dico a chi doveva venire e non è venuto: cosa vi siete persi! La prossima volta che ci andate chiamatemi: un altro impegno, a fatica, lo troverò.

P.S: La gita è stata ovviamente molto piacevole. Un grazie a chi era presente quel giorno.

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