Quattordicesimo
scrutinio:
24 Aprile
Pilato non
s’è presentato oggi in aula, ma ha avuto un buon successo. Ha sfiorato i
quattrocento voti. Qualcuno dei nostri l’ha votato. Forse per dare un segnale.
Probabilmente per fare qualcosa e basta, senza spiegazioni ulteriori. Jessica
aveva il viso imbronciato, e tutti i suoi compagni di partito si chiedevano
cosa le fosse successo. Aveva le occhiaie e a fatica si nascondevano sotto al
trucco. La Gabriella Merano, altra gran zoccola di partito, continuava a
scuotere la testa e ripeteva “che hai fatto tesoro?” e tentava di abbracciarla
ma Jessica si tirava indietro. A me oggi sembrava ancora più bella. Ma lei
aveva paura di me. L’ho capito dai suoi occhi quando mi ha guardato. Ci sono
rimasto male. Non abbiamo parlato. Forse credeva che le avrei rinfacciato
qualcosa, che avrei parlato di politica. Ma non è vero. Le avrei solo detto
quanto era bella. Io ci sto provando a non pensare al lavoro quando sto con
lei. E’ volata via accanto a me, come una manciata di sabbia che ti entra negli
occhi. Li ho chiusi e quando li ho riaperti avevo di fronte a me l’onorevole
Gullotta che sospettava qualcosa. Ma so che non mi dirà niente se prima non
lo farò io. “Ho pensato a quello che mi
ha detto l’altro giorno” gli faccio io, ma lui mi interrompe con un cenno della
mano. “Non è il momento, magari domani a pranzo…” dice e se ne va. Nel
frattempo la chiama è già iniziata e c’è anche Pilato. E’ venuto a vedere
l’aria che tira. E’ qualcuno sostiene che l’aria è tranquilla. C’è una certa
scientifica organizzazione del nulla che stiamo producendo. Non si alza la voce
oggi, oggi non si grida. Non si respira caos. E’ normale. E’ l’abitudine.
Qualcuno sta seduto al suo scranno e scarabocchia su un foglietto dei conti:
probabilmente sta calcolando quanto gli rimarrà da pagare prima di poter
estinguere il mutuo sulla nuova villa, grazie allo stipendio da deputato. Qualcun
altro preferisce non scrivere, ma parlare. Molti hanno una moglie in questo
posto, alcuni hanno una moglie ambiziosa, se poi ci sono figli tutto si
complica. Devo dire che non mi aspettavo che anche qui ,talvolta, fosse
difficile avere una raccomandazione. “Che ci vuoi fare, i posti sono pochi, c’è
la crisi , è un casino, io non conto più un cazzo” si sente ripetere spesso nei
corridoi. D’altra parte prima si pensa per sé, e poi per gli altri. E’ meglio
fare un regalo a mio figlio piuttosto che al tuo. Io non ho figli e non ho
nessuno per cui chiedere una raccomandazione. Così posso solo ricordare a me
stesso, come direbbe uno sgradevole avvocato in un processo per corruzione, di
quando mio padre mi raccontava che da piccolo lui viveva sopra l’ufficio
personale dell’onorevole Bastiani, andreottiano della prima ora, e fuori dalla
porta c’era la fila. Oggi sarebbe difficile. Oggi si deve raccattare quel che
si può ,ed è meglio parlarne in privato, che vista i tempi di magra non bisogna
che senta nessuno. Credo, non sono sicuro ma credo, che a quei tempi non era
necessario per una ragazza andare a letto con qualcuno per aver quel che
voleva. Forse era perché non c’era la crisi di adesso, oppure perché le donne
non erano abbastanza intraprendenti. Gabriella Merano è certamente
intraprendente. Ma lo è anche Jessica,tranne che con me. Sarebbero orgogliosi
di me i vecchi amici della scuola. In mezzo a tutte queste donne c’è da perdere
la testa: qualcuno di loro di urlerebbe “Provaci con Jessica, lei è cotta di te”,
altri “Bravo così! Fare lo stronzo paga sempre!”, altri ancora se ne starebbero
in disparte con la sigaretta e riderebbero di uno che non sa scegliere nemmeno
con due tette pressate contro gli occhi. Hanno ragione, ma che ci posso fare?
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