martedì 22 ottobre 2013

Undicesimo scrutinio



Undicesimo scrutinio:
23 Aprile

Stamattina sono di buon umore. Se ne è accorta anche Jessica. Non se lo aspettava, anche perché continuo a dormire sul divano. Anche ieri sera la porta della camera da letto è rimasta chiusa dopo che lei è entrata. Adesso mi sta preparando il caffè. Cerco di non pensare a quello che è successo. Cerco di concentrarmi minuto per minuto sulle azioni che faccio. “Oggi andate avanti con Cilemi?” domanda Jessica e io allargo le braccia. Non ho ricevuto notizie dal partito, quindi suppongo oggi ci sia libertà di coscienza. “Tu chi voterai?” le chiedo. “Bianca come al solito, oppure potrei inventarmi qualcosa…che ne dici di Cleopatra?”, “Giusto perché il paese è pronto per avere un capo dello stato donna” cerco di scherzare, ma non vedo l’ora di cambiare argomento. So che finirei a litigare ed è l’ultima cosa che voglio. “E’ pronto” le dico indicando la caffettiera e lei ,diligentemente, la toglie dal fuoco, aspetta qualche secondo e poi inizia a versare. Non è nemmeno male il caffè di Margiotta. “Tu non sei abituata a fare colazione,vero?” domando, lei tiene lo sguardo basso. “Spesso la salto”, “Guarda che ai troppo magri si vedono di più le rughe” continuo ma questa volta lei mi fissa negli occhi. “L’hai vista anche tu?”, “Che cosa?”, “La mia ruga vicino l’occhio”. Non so di cosa stia parlando. Non credo esista nessuna ruga, non su Margiotta. “Non l’ho vista” taglio corto, ma se l’avessi vista probabilmente ne sarei contento. Sta crollando la tua maschera tesoro. Jessica beve in fretta il caffè e poi si alza per prepararsi. Mi sembra sia in casa dalla notte dei tempi. Nemmeno ieri sera ha chiesto il permesso di rimanere, né io glielo ho dato. Oggi pomeriggio la potrei portare fuori città, magari al mare. Con un po’ di vento sarebbe la perfezione. Potrei vedere i suoi capelli fluttuare. E’ un mio sogno segreto. Glielo proporrò dopo la seduta mattutina. Potremmo scappare da Roma subito dopo aver votato nel pomeriggio, senza aspettare il prossimo inutile scrutinio. So che oggi dovrebbe esserci la riunione del loro gruppo, ma nessuno si cruccerà se Margiotta sarà assente. Quando finisco di pianificare la mia giornata lei se ne è già andata, senza salutare. Mi avvio anche io. Non voglio fare tardi. Qualcuno si potrebbe stupire di vedere il giovane e impeccabile ragazzo di provincia ritardare ad appuntamenti così importanti quanto inutili. Ma la politica è tutta forma. Già mi vedo addosso lo sguardo di Gullotta, o quello del vice segretario(pardon, ex vice segretario) che si chiedono cosa mi passi per la testa, o se io sia un soldato fedele. Ma probabilmente oggi a nessuno gliene fregherà un cazzo di me. Con lo stress di questi giorni almeno la metà della vecchia sarà a casa a curarsi lo stomaco, mentre l’altra metà starà pensando “che cosa ci faccio qui” oppure sbavando di dietro al culo di una delle tante deputate dall’altra parte dell’emiciclo. C’è anche chi si fa le classifiche dei sederi più belli, e chi cerca di indovinare quanti seni sono rifatti. Si fanno battute pesanti. Le donne fanno finta di non sentire, ma sotto sotto sono invidiose. Noi non abbiamo ancora fissato una nuova riunione dei gruppi parlamentari: significa che siamo ancora con la merda fino al collo. Possiamo far finta di non vedere i sondaggi che ci danno già scesi di quattro punti ma non possiamo ignorare quest’aria di stasi che è già una cappa d’acciaio sulle nostre spalle. Una cosa è certa: dopo la fine che hanno fatto Munari e Cilemi nessuno qui dentro farà un presidente della Repubblica che non sia condiviso. Perché oramai si sa che il governo da soli non ce lo possiamo fare, e vade retro un capo dello stato pronto a sciogliere le camere. Significherebbe, per molti di noi, una prematura disoccupazione. Sono tanti i neoeletti come me e nessuno vuole tornare a casa così presto e così male. Sono tanti quelli che hanno sempre mangiato di politica, e loro, come me, che cazzo sanno fare se non politica? Per questo sono disposti a rinunciare a qualche principio pur di mettere in piedi in governo che tenga tutti al proprio posto. Forse, a questo punto, ci sono disposto anche io.

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