Quindicesimo
scrutinio:
26 Aprile
Cosa è,
tecnicamente, un inciucio? Potrebbe sorprendere, ma io lo so, perché ho lontane
origini napoletane. Purtroppo è qualcosa che non stimola le incessanti fantasie
del complotto, nascoste dietro ad una fetta di crostata durante una cena
elegante oppure dietro al sorriso di una donna dal fare equivoco. Inciucio vuol
dire spettegolare, parlare a bassa voce fra comari. Non c’entra niente il
tradire, non c’entra niente la logica del potere, semmai c’entra la credulità
popolare delle nonne del sud, col fazzoletto in testa e quei lunghi vestiti
neri, senza denti e cotte sotto al sole, col somaro che ancora vaga per le
strade del paese e i bambini che giocano
a piedi nudi sull’erba. E una giovane ,la figlia di quelli là, che se la fa in
segreto con quel mascalzone. Tu lo sapevi? Ma no, dai? Ma sul serio? Dio mio!
Che svergognata!
Questo,
signori e signore, è un inciucio. Non c’entra la politica. Però spesso c’entra
l’amore. In fondo su cos’altro si può spettegolare? Allora chiedo alla corte se
sono io responsabile di un gigantesco inciucio. Sto inciuciando con Jessica
Margiotta, che anche ieri me la sono sognata in sottoveste e quando mi ha
chiamato per chiedermi come stavo e dirmi che purtroppo non ci saremmo potuti
vedere mi ha fatto eccitare tanto che mi sono dovuto toccare dopo?
Ieri non si
è votato: tempo di feste e celebrazioni. Presidenti di Camera e Senato a Milano
e Napoli, a festeggiare la Liberazione. La maggior parte di noi è stata
contenta dello stop, non ne potevano più. Qualcuno ha finalmente potuto
rivedere la famiglia. Io sono rimasto a Roma. Mia madre è arrabbiata con me
perché crede che voglia scappare da lei. Invece io voglio solo chiudermi in
casa a guardare la televisione. Ma sono stato comunque onorato di pranzare con
Gullotta. Ha mantenuto la sua promessa. Mi ha chiamato e mi ha invitato al
ristorante. Volevo parlargli del mio futuro nel partito. Invece gli ho parlato
di Margiotta. Avrebbe avuto motivo per esserne seccato, ma non ha fatto altro
che guardare in alto e tenere le mani giunte come in preghiera per tutta la
durata delle mie parole. Era in estasi, non so se per quello che dicevo o per
la crostata di frutta che,posso confermare, era davvero sublime. “Voglio
chiedere il suo parere su un argomento che mi sta molto a cuore, mi riguarda da
vicino” ho esordito, a bassa voce, come ogni buon inciucista sa fare. E quando
gli ho accennato a ripetuti incontri in forma privata con una parlamentare
dello schieramento a noi opposto lui ha fatto un gesto eloquente con la mano.
“Ma nel senso di trombare?” mi ha chiesto e io sono diventato rosso. Ho negato,
e così facendo sono stato sincero. Ma mi sono sentito tutto addosso il peso del
tradimento. Gullotta è stato comprensivo, uno perché non spetta a lui
giudicare, e due perché “devo stare tranquillo, non c’è nessun problema, sono
fatti tuoi che nessuno mai sindacherà, se non di nascosto in casa o negli
angoletti dei bar”. Ecco appunto, l’inciucio. Io non tradirò mai il mio
partito, voterò sempre per il bene di chi mi ha eletto e mi batterò sempre perché
questo diventi un paese. Ma fino a che punto posso essere compromesso dalle
mutande in pizzo di Jessica Margiotta? “Non sei l’unico, ce ne sono già un paio
di coppie miste in parlamento, dovresti saperlo. E’ una cosa perfettamente
normale. La politica è un’altra cosa”. Già, è una cosa normale perché la
politica è un’altra cosa. Ma ho confessato a Gullotta di amare Margiotta e lui
ha frainteso, ha capito che io mi preoccupi delle ricadute politiche del mio
gesto. Al diavolo cosa fanno gli altri, io penso a cosa faccio io. E Gullotta
si ostina a non capire, nella sua saggia comprensione, che io sono preoccupato
da quello che Margiotta pensa o non pensa della riforma della giustizia, del
rapporto fra politica e affari, delle misure anti crisi, perché potrebbe
assestare un colpo ai miei valori più solidi semplicemente spingendomi contro
il viso le sue labbra. Perché, al diavolo i miei amici di scuola, io a quel
punto saprei cosa scegliere. Posso convincerla a cambiare idea, a pensarla come
me? Su questo punto Gullotta è stato categorico “Fallo se vuoi che lei inizi a
odiarti. Lei ha già scelto e pensa che la giustizia in questo paese sia un
valore relativo, ma non per questo non dovrebbe venire a letto con te, anzi,
proprio per questo è probabile che voglia venire a letto con te. Ma questo non
c’entra niente col tuo voto, né con quello che decideremo di fare domani o
dopodomani, questo c’entra solo con te”. “Lei mi fa impazzire” ho detto senza
nemmeno accorgermene, e Gullotta mi ha sorriso allora, alzando la mano al
cameriere per chiedere il conto. “Prova a farla impazzire anche tu, ma domani
vota per Bucci alla presidenza della Repubblica, darai un bel segno al partito
su chi vuoi sia il prossimo leader”. Ho annuito e dopo pochi secondi ci siamo
alzati e siamo usciti dal ristorante. “Ma il mio non sarà mica un inciucio?” ho
chiesto a Gullotta. “Gli inciuci capitano, e non sono per forza sbagliati” ha
risposto a lui, poi mi ha messo una mano sulla spalla e mi ha sussurrato “Ma tu
sai cosa vuol dire davvero inciucio?”. Ho detto “sì” e lui ha fatto “Allora non
hai motivo di preoccuparti, perché seppure il tuo fosse un inciucio, non
avrebbe nulla a che fare con la politica”. Già, perché la politica è un’altra
cosa. Ieri sono stato tutto il giorno in casa, come volevo, ma la televisione
era spenta e io ero seduto sul divano a scorrere i nomi sulla rubrica del mio
cellulare. E cercavo Jessica e non la trovavo. Poi mi sono arreso e ho
confessato: ho fatto un inciucio, non sono diverso dagli altri, siamo tutti uguali,
dovremmo andare a casa. Ho pregato tanto che in quel momento anche lei stesse
pensando le stesse cose, ma erano preghiere vane. Ieri sera sarà stata con una
sua amica, o con i suoi amici, in un bar, e non avrà avuto tempo per pensare
che sta distruggendo tutto ciò che di buono mi hanno insegnato. Che siamo tutti
uguali e tutti abbiamo gli stessi diritti, che tutti dobbiamo darci da fare per
un paese migliore e tutti dobbiamo contribuire, che i ricchi devono pagare di
più e i poveri di meno, che la legge è uguale per tutti e che la giustizia è un
valore. E’ questo che significa l’inciucio? Rinunciare a tutto? Ma lei sarà
stata a fumare e il fumo le sarà penetrato nei capelli e tutti le avranno detto
quanto è bella, quanto è perfetta e quanto è giovane e quanto ha un corpo da
calendario e nei suoi respiri soffocati dal fumo lei avrà teso la mano verso il
posacenere e avrà dimenticato in un attimo di quelle rughe vicino agli occhi,
di quel capello bianco e di quella strana sensazione di stanchezza che ha
sempre la mattina dopo che ha dormito nel mio letto, mentre io ero sul divano.
Stamattina
in aula non c’era. Avrà fatto pure tardi ieri. Ho votato, come mi aveva detto
Gullotta, per Bucci, che ha raccolto dieci voti in tutti. Poi sono uscito da
Montecitorio e ho cercato il primo bar per chiudermi nel bagno a vomitare.
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